Le crisi, le speranze e il cambiamento /3

In Italia si vuole favorire il cambiamento su queste basi e non ci si vuole render conto che stiamo parlando di un Paese devastato e, allo stato attuale, senza futuro.
L’unica fortuna è che ci sono uomini che lottano tutta la vita, spesso mettendo a rischio la loro stessa esistenza: questi sono imprescindibili e questi sono la speranza per il futuro dello Stato italiano sebbene vengano nella maggior parte dei casi isolati e lasciati soli dalle Istituzioni.
Costoro oggi, possono giocare lo stesso ruolo che Obama sta svolgendo negli States, svegliando la società civile dal sonno e dall’indifferenza. Costoro possono essere gli uomini della speranza e della salvezza dell’Italia che affonda.
Costoro sono tutte le persone di buon senso e oneste –e sono tante-. Costoro sono quei magistrati che applicano la legge in modo uguale per tutti, cercando di rendere e garantire giustizia. Costoro sono quei giornalisti che non si inchinano al servigio dei potenti e tutti coloro che hanno la dignità, la convinzione e la caparbietà di sostenere che l’unica soluzione per il cambiamento, la salvezza e la rinascita della penisola italica è iniziare a dare una svolta, iniziare a fare qualcosa.
Cambiare ora è difficile ed è un compito arduo: ma è ancora possibile fare qualcosa. Non è questo il momento di desistere. I problemi sono sempre e solo dei cittadini e così continuerà ad essere se non lotteremo per avere una classe politica che si dia delle regole e che sia più umile, diventando riconoscente per l’incarico che ricopre e imparando che un uomo ha il diritto di guardare un altro dall’alto in basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Viviamo in un Paese mediocre e imbroglione e non ci si meraviglia se a dirlo sono i giornalisti stranieri e testate di indubbia fama mondiale quali The Economist e The New York Times.
Non si può più aspettare, però, altrimenti si passerà dalla violazione dello stato di diritto alla usurpazione della dignità della popolazione. Lo aveva denunciato anche Giovanni Paolo II con l’Enciclica “Centesimus Annus” sostenendo che anche nei Paesi dove vigono forme di governo democratico non sempre questi diritti sono del tutto rispettati. Le domande che a volte si levano dalla società non sono esaminate secondo criteri di giustizia e di moralità, ma piuttosto secondo la forza elettorale o finanziaria dei gruppi che la sostengono. Simili deviazioni del costume politico col tempo generano sfiducia e apatia con la conseguente diminuzione della partecipazione politica e dello spirito civico in seno alla popolazione, che si sente danneggiata e delusa. Ne risulta la crescente incapacità di inquadrare gli interessi particolari in una visione coerente del bene comune. Questo, infatti, non è la semplice somma degli interessi particolari, ma implica la loro valutazione e composizione fatta in base ad un’equilibrata gerarchia dei valori e, in ultima analisi, ad un’esatta comprensione della dignità e dei diritti della persona –continua Karol Wojtila-.
Non si può più aspettare per cambiare perché il nostro Stato già ha violato i diritti costituzionalmente garantiti di tantissimi cittadini preferendo scendere a patti con la criminalità e con i poteri occulti affidandole la gestione di problemi di interesse nazionale anziché risolvere attraverso le proprie Istituzioni le controverse vicende che affliggono il Paese. Aspettando ancora senza insorgere e pretendere che le carte in tavola vengano cambiate significherebbe rischiare di trovarsi in una situazione ingestibile e tra pochissimi anni irreparabile.

8 commenti:

Simone Aversano ha detto...

Carissimo Giovanni,
ho letto tutte e tre le tue prime puntate della rubrica dedicata alla crisi (anche se definirla una semplice rubrica non rende l'idea della profondità di ciò che scrivi). Ho trovato tutto davvero eccezionale, hai tracciato un quadro esaustivo e credibile che può essere sufficientemente da stimolo all'azione e alla partecipazione per tanti.
Il mio sogno di un movimento giovanile nel Sannio, che resta sempre vivo e pronto ad essere realizzato, ti vedrebbe come eccellente guida culturale, come colui che indica le basi e gli obiettivi di principio e di valore per l'azione comune da svolgere.

Ti saluto calorosamente nella speranza che al più presto questo tanto ambito movimento, questo gruppo nuovo di giovani che si impegnano, veda la luce!

Anonimo ha detto...

"Se l'umanità non progredisce nella stessa misura in tutte le parti del mondo la responsabilità non è della scienza, ma dell'ignoranza dei benefici che se ne possono trarre e delle cattive scelte politiche".

la politica è protagonista delle nostre vite, scegliamo un soggetto affinchè questi ci rappresenti, rappresenti i nostri bisogni e cerchi di soddisfarli, ma in periodo di così alta decadenza politica e morale quale la nostra Italia sta attraversando questo soggetto finirà soltanto per essere il rappresentante di se stesso.
tutto dipende da noi e dalle nostre scelte e l'Italia purtroppo ha scelto più di una volta la via sbagliata.
Molto belle le tue parole, in questo momento però ho solamente un carico di speranze, molti dubbi e poche certezze!!
sono giovane e come la maggior parte dei giovani ho voglia di cambiare, di rivoluzionare, di abbattere tutto per poi ricostrure, ma uno dei miei dubbi è:una volta abbattuto, si potrà mai ricostrure senza che alla prima scossa di terremoto venga giù tutto? non lo so.
provò allora il pool di mani pulite, tentano ogni giorni miglialia di ccittadini onesti.. ma non so fino a quando questi avranno ancora la forza per continuare.

giovanni palmieri ha detto...

QUANTO ALLA DECADENZA POLITICA E MORALE CONCORDO PIENAMENTE: CREDO PERO' CHE OGGI SIA IMPORTANTE NON FARSI GUIDARE TANTO DALLE IDEOLOGIE MA DALL'ONESTA' E DALLA SERIETA'DI CHI CI RAPPRESENTA.

DUNQUE IN CABINA ELETTORALE CREDO CHE LA SOLUZIONE PIU' GIUSTA SIA VOTARE IL MENO PEGGIO. OVVERO PERSONE PER BENE E NON INCANTATORI DI SERPENTI, MENZOGNERI E DELINQUENTUCCI VARI.
ALMENO PER ORA PER INIZIARE A RICOSTRUIRE...

SONO GIOVANE COME TE E CREDO CHE BISOGNA RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE.

Anonimo ha detto...

in cabina elettorale voterò il partito meno peggio, questo meno peggio che vede un suo ormai ex deputato indagato per il reato di associazione a delinquere di stampo camorristico,ma nonostante ciò credo ancora nell' onesta intellettuale del Presidente di questo partito.

e allora come hai detto tu nel ricordare le parole Borrelli non ci resta che resistere.

giovanni palmieri ha detto...

Si "resistere" è la famosa parola pronunciata da uno dei protagonisti di mani pulite: francesco saverio borrelli.

quanto alla cabina elettorale credo che l'unica soluzione sia votare persone per bene.

ovviamente se iniziamo a parlare di partiti dobbiamo sicuramente fare una riflessione sul sistema perverso degli stessi, sulla gestione del potere e sul fatto che all'interno degli stessi possono trovarsi personaggi poco puliti, spesso collusi e decisamente sporchi che dovrebbero stare lontani dalla politica...

io e te ci conosciamo? se vuoi restare anonimo nel seguire e commentare nel blog ma ci conosciamo inviami una mail a faicchio.polis@gmail.com
Mi fa piacere, se li conosco, sapere chi interviene nel mio blog, che ringrazio per il confronto allo stesso modo di coloro che intervengono e leggono la mia pagina web che non conosco!!

giovanni palmieri ha detto...

a proposito di cambiare, ricostruire dobbiamo contribuire, coscienti però che il cambiamento è un processo lungo che non si fa dal mattino alla sera. inoltre serve vigilare e far si che i giovani che dovrebbero sostituire i vecchi (diciamo così) non siano ancora peggio...

Rudi Palmieri ha detto...

Caro Giovanni,
il cambiamento di cui parli - assolutamente indispensabile - non può certamente partire dalla classe politica (specialmente da questa) ma deve svilupparsi dal popolo. Come, in concreto? L'unica via è l'educazione, un'educazione del popolo che non si fondi né su ideologie né su valori astratti (di fatto anch'essi ideologici) bensì sulla proposta di un metodo umano per affrontare la realtà che si fondi proprio su di essa e sul significato della proprio vita (ovvero sul rapporto tra l'uomo e il suo destino)che il singolo individuo è chiamato poi a verificare nel concretto della sua esperienza.
Il vero problema della società contemporanea è la perdita del rapporto con la realtà e la sua sostitutione con ideologie, modelli e meccanismi, che in ultima analisi vogliono far fuori l'essenza dell'essere umano, ovvero la sua libertà e la sua ultima responsabilità di fronte alla vita (è questa tra l'altro la vera causa della crisi, l'aver cioè preteso di sostituire la persona umana libera e imperfetta con un meccanismo, un modello, per far soldi). Per questo una vera proposta educativa non è mai un'imposizione o un'indottrinamento ma, come diceva don Giussani, un'introduzione alla realtà totale che implica sempre un rischio - il rischio educativo appunto - che dipende dalla libertà ineliminabile (per fortuna) con cui ogni essere umano è stato creato.
A questo proposito inserisco il link al testo dell'appello per l'educazione lanciato due anni fa da alcuni giornalisti, imprenditori e professori.
www.puntocometa.org/download/news.html?get=Appello+Educazione.pdf.

ciao
Rudi

Giovanni Palmieri ha detto...

Non posso che concordare con te rudi. Penso lo stesso. L'educazione è alla base. E il cambiamento non può che partire dal singolo individuo e da un sistema di principi che deve accompagnarlo.
Credo però che questa sia solo una delle componenti, seppur la più importante, perchè si possa influire sulla realtà odierna.
L'altra è la classe politica: non questa certo, ma purtroppo è da lì che, nelle condizioni odierne, deve (o meglio dovrebbe) partire quella spinta all'educazione e al prender coscienza dei valori che dovrebbero accompagnare l'uomo per renderlo libero e garantirgli una vita felice.
Anche se penso che in effetti dovrebbe essere il contrario: il cambiamento dovrebbe partire dal basso, dai singoli che si uniscono educandosi e mirando a costruire una società più giusta. Ma temo che questo non sia possibile oggi in Italia,soprattutto al sud ma non solo, dove, come ho già avuto modo di dirti si assiste ad una svendita dei diritti e la crisi economica non può che contribuire a peggiorare questa situazione...