"La libertà è la base di uno stato democratico"

Si sono svolti a Roma dal 23 al 25 Ottobre gli Stati Generali dell’Antimafia che hanno visto partecipare oltre 2000 persone provenienti dalle varie regioni d’Italia le quali, nel corso delle tre giornate si sono confrontate e hanno approfondito lo status attuale della lotta per la legalità e contro il crimine in Italia. Ad aprire i lavori dell’assemblea è stato il Presidente Napolitano il quale ha affermato, lanciandoci un bellissimo messaggio di speranza, che grazie anche alla mobilitazione delle coscienze e alla società la battaglia contro le mafie la vinceremo. Le mafie hanno trovato modo di crescere - ha detto il Capo dello Stato - ma accanto alla loro pericolosità si è di molto accresciuta anche l'azione di contrasto da parte dello Stato. Con la crescita sinergica e la coscienza civile della cultura dello stato di diritto, accanto all'essenziale mobilitazione e partecipazione della società diventa ancor più una prospettiva reale l'obiettivo di debellare il fenomeno mafioso in Italia, ha concluso la prima carica dello Stato.Il frutto dei tre giorni di confronto e di analisi con i tanti presenti hanno portato alla stesura del “Manifesto della legalità” all’interno del quale vengono proposte poche ma concrete ed efficaci azioni sul piano normativo e culturale per una nuova stagione di impegno.Tra le proposte più importanti avanzate dai vari gruppi di lavoro e riportate all’interno del Manifesto degli Stati Generali si è ribadita la necessità di definire e approvare in tempi rapidi un testo unico della legislazione antimafia capace di superare le attuali disfunzioni, il rafforzamento dell’azione di contrasto alle ecomafie e ai traffici illegali di rifiuti, la riforma dei partiti, il bisogno di spazi adeguati d’informazione e di approfondimento sui problemi sociali del Paese nei palinsesti della Rai oltrechè la necessità di rendere effettivi e tempestivi i benefici previsti per i testimoni di giustizia.Tanti i temi di cui si è discusso nel corso dei tre giorni durante i dibattiti dei diversi gruppi di lavoro attraverso i quali si è cercato di confrontarsi e di adottare le strategie necessarie ad un miglior contrasto dei fenomeni di illegalità nel nostro Paese. Una strategia di contrasto alle illegalità, di difesa e di promozione dei valori di libertà, di cittadinanza, di informazione, di legalità, di giustizia e di solidarietà senza i quali una democrazia non può essere tale e che le grandi illegalità negano e calpestano. Altra proposta scaturita dal dibattito è stata l’eventualità di istituire il 21 Marzo quale giornata in memoria delle vittime nonché la necessità di portare all’attenzione delle Istituzioni talune considerazioni nate dal dibattito miranti a rivedere talune scelte legislative aberranti: su tutte quel mostro giuridico che è il reato di clandestinità. E poi il provvedimento che impedisce l’utilizzo delle intercettazioni. Filo conduttore della tre giorni è stato il pericolo che l’Italia corre nell’attuale momento storico in cui è messa in discussione l’imparzialità e l’autonomia della magistratura, qualcuno vorrebbe metter mano alla Costituzione non bastando le vergognose leggi ad personam e si favorisce l’economia sommersa con provvedimenti quali lo scudo fiscale.Da qui l’invito ad essere cittadini vigili in difesa della democrazia e della libertà nel nostro Paese. Democrazia e libertà insidiate anche da una politica che, sia a destra che a sinistra,non è più servizio ma troppo spesso interesse privato, corruzione e collusioni. Oggi bisogna ritrovare una politica che sia veramente seria e credibile, pulita e non menzognera. Spetta ora alla politica cogliere i messaggi, riformarsi, tornare ad essere una politica con la P maiuscola e proporre iniziative concrete volte al cambiamento reale. Intanto a noi non resta che resistere e continuare a credere nella libertà!

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