Contro il malaffare più controlli sulla politica.

La Corte dei Conti ci dice che l'illegalità economica nel nostro Paese è così estesa da giustificare colpi di spugna per favorire il rientro nell'economia di capitali occultati e spesso illeciti.
Il tema della corruzione è scomparso dall'agenda politica mentre l'Ocse nel rapporto del 2009 classifica l'Italia quale Paese "estremamente corrotto", largamente il più corrotto tra i Paesi industrializzati. Eppure questo fenomeno sembra non interessar nessuno. Nemmeno ai cittadini, sottoposti in questo modo a una "tassa immorale e occulta prelevata dalle loro tasche", stimata in 1000 euro annui a persona e che potrebbero servire invece a pagare l'enorme debito pubblico italiano.

La responsabilità principale di questa situazione è della politica: è grazie ai "colletti bianchi", amministratori, funzionari di banca, consulenti, tecnici spesso organizzati in vere e proprie associazioni a delinquere che la politica corruttiva può nascere e espandersi. E poi: la politica non ha mai espresso una volontà netta di impegno per l'affermazione della legge e delle regole, aprendo in più casi le porte delle Istituzioni ai delinquenti.

Questa deriva si ferma soltanto con un controllo di legalità serrato sull'operato della politica. Il compito di controllare ovviamente spetta al cittadino. E' un compito della società. Nostro. Di tutti.
Le continue operazioni degli organi di polizia e inquirenti, in tutte le regioni, sono una testimonianza di un ripristino della legalità che però non può ridursi esclusivamente a questo.
A questo bisogna aggiungere il dovere di ogni persona di collaborare. E' la coscienza di ognuno che dovrebbe indignarsi, che deve capire che il consenso non può giustificare la colonizzazione delle Istituzioni da parte di affaristi e faccendieri d'ogni tipo.


E' la coscienza di ognuno che deve spingere tutti a schierarsi contro il malaffare che pervade le nostre terre. Indistintamente. Non si pensi che esistano isole felici. Perchè non ne esistono. Però ci sono tante persone che pensano che la libertà e i valori si antepongono al compromesso e alla politica collusa. E da questi bisogna partire. Senza farsi aggirare da chi vorrebbe cambiare la Costituzione perchè si sente sopra la legge, che vorrebbe una giustizia ingiusta che colpisca solo i ladri di polli e assicuri impunità ai colletti bianchi della politica, della grande imprenditoria, della finanza. Minacciando riforme della giustizia e del processo penale che a nulla servono.

Servono le riforme per snellire le lungaggini processuali e garantire al cittadino il diritto ad una sentenza definitiva e alla risoluzione delle controversie in tempi brevi. La verità è che ad una certa politica queste che sarebbero "vere riforme" non vanno bene: semplicemente perchè i tempi sarebbero più brevi, la giustizia italiana funzionerebbe meglio, l'efficacia aumenterebbe e tanti reati non sarebberp sanabili facilmente tramite amnistie, indulti e prescrizioni varie.

L'Italia, le nostre terre, potranno avere un futuro se la cittadinanza non cadrà nel tranello secondo cui la giustizia rappresenta un ostacolo alla privacy e all'indipendenza dell'individuo, pretesto per giustificare l'abolizione delle intercettazioni per talune indagini (sempre per proteggere una certa politica compromessa: è una truffa!) Si vuole imporre oggi nell'opinione pubblica un modello negativo che tende a prevalere e che tende ad opporre il cittadino al rispetto della legge e a giustificare chi le tasse non le paga, chi corrompe, chi truffa i contribuenti o nei peggiori casi truffa lo Stato: come tutte le inchieste sulle tangenti, del passato e di oggi, dimostrano.

Questo modello negativo mira a ridurre la fiducia dei cittadini nella giustizia. Perchè la politica collusa vuole una giustizia forte con i deboli e una giustizia debole con i forti. Bisogna opporsi a progetti devianti di questo tipo e il primo passo per farlo risiede nella dignità di ogni cittadino di non farsi pestare dagli abusi del potere, spesso esercitato da soggetti spudorati. Serve la partecipazione attiva ad un processo di presa di coscienza e di difesa del rispetto dei diritti che vanno garantiti ad ogni persona. E primo tra questi diritti che va garantito è il diritto alla libertà che la politica compromessa ti toglie: perchè permette che il furbo abbia sempre la meglio sull'onesto, che la menzogna prevalga sulla verità. Perchè permette che il male si trasformi in bene. Ed è così che stanno distruggendo la società, noi tutti.


E non ce ne rendiamo conto. Perchè un popolo che va perdendo la libertà e ipocritamente si nasconde dietro il vessillo della libertà è un popolo che non sa cos'è la libertà.
Perciò serve una resistenza civile. Non abbassare la testa. Svegliarsi. Non pensare che quel che accade non ti riguarda. Perchè ti riguarda e perchè non dobbiamo permettere che arrivi il giorno in cui i giovani e i deboli, gli onesti debbano tacere e sottostare a usurpatori e delinquenti d'ogni tipo.

Non pensiamo che i luoghi nei quali siamo nati e in cui viviamo, quelli in cui abbiamo vissuto e quelli in cui lavoriamo siano il paradiso in terra perchè laddove vi è sempre stato e vi è il silenzio si annida il seme del male. E' il tempo di aprire gli occhi, di dare forza alla carica dirompente della parola: è questo il modo per contribuire oggi a salvare il nostro domani, il futuro. E' questo il modo per operare un controllo serrato sulle scelte della politica perchè il bene, i valori, la libertà abbiano la meglio sul malaffare.
Perchè quando un individuo possiede in casa 416 mila euro e il reddito risultante in dichiarazione è di seimila euro (caso della tangentopoli beneventana: operazione telesia), la realtà non si può nascondere.
Ma questa realtà tutti insieme possiamo cambiarla: è dovere civico di ognuno. Noi possiamo farlo. Perchè siamo un popolo che guarda le cose nella loro realtà. Perchè l'Italia la vogliamo civile, libera, pulita. Perchè non vogliamo che le nostre terre diventino un giorno deserto.

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